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Choisir la cause des femmes

Originariamente incentrato sulla lotta per la depenalizzazione dell'aborto, il movimento Choisir la cause des femmes, anche conosciuto come Choisir, è cresciuto diventando un'organizzazione non governativa senza scopo di lucro (legge del 1901). Attualmente si dedica principalmente alla promozione dei diritti delle donne.

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"Non bisogna promettere di dare la vita se non per perpetuarla, così come si perpetua una rosa circondandola di mani felici."

Paul Eluard - Il motto di Choisir la cause des femmes

La storia di Choisir la cause des femmes

Nel luglio del 1971, Gisèle Halimi e Simone de Beauvoir fondano il movimento Choisir, poco dopo la pubblicazione del manifesto delle 343. Durante il processo di Bobigny nel 1972, Choisir si impegna attivamente nella difesa di Marie-Claire, una adolescente di 16 anni accusata di aborto. La mobilitazione popolare che ne deriva influisce positivamente sul verdetto del processo e sensibilizza l'opinione pubblica sulle difficoltà delle donne di fronte a una gravidanza non desiderata. Fino all'approvazione della legge sull'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) nel 1975, difesa da Simone Veil, Choisir e il Groupe information santé di Pierre Jouannet svolgono un ruolo centrale nella lotta per il diritto all'aborto. Il movimento si impegna anche nella lotta per la penalizzazione dello stupro, in particolare durante il processo di Aix-en-Provence, e milita a favore della parità di genere in politica. La presidente dell'associazione, Gisèle Halimi, partecipa all'Osservatorio della parità. Il 23 febbraio 2010, in presenza di Gisèle Halimi, il Parlamento francese adotta una risoluzione europea sul principio della "clausola della donna europea più favorita", un'idea avanzata fin dal 1979 durante la prima elezione del Parlamento europeo a suffragio universale.

Nel marzo del 2023, la presidente attuale dell'associazione, Violaine Lucas, dichiara che l'organizzazione di un omaggio nazionale a Gisèle Halimi, in piena contestazione contro la riforma delle pensioni (sfavorevole alle donne), costituisce una "strumentalizzazione politica". Dimostrando così di essere un'associazione vigorosa e risoluta, al servizio delle voci femminili, anche a costo di scrivere direttamente al Presidente della Repubblica per manifestare il loro dissenso.

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